Via al processo per la truffa del consorzio Coop Casa Lazio
Tanti i capi d'accusa: dall'associazione a delinquere all'usura, dal favoreggiamento all'appropriazione indebita
Saranno processate 27 persone coinvolte nella seconda tranche dell'inchiesta sulla presunta megatruffa da alcuni milioni di euro attribuita al consorzio Coop Casa Lazio che ha mandato in frantumi il sogno di avere una casa di migliaia di soci di 49 cooperative. Il Giudice dell'udienza preliminare Aldo Morgigni ha infatti accolto le richieste dei pm Giuseppe Cascini e Stefano Pesci disponendo il rinvio a giudizio degli imputati, dopo aver respinto le richieste di patteggiamento che erano state avanzate da alcuni degli imputati.
I capi d'accusa: associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta per distrazione e per sottrazione, usura, violazione del testo unico in materia bancaria e creditizia, ricettazione, rivelazione e uso dei segreti d'ufficio, favoreggiamento, simulazione di reato, falso, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, appropriazione indebita. Il 19 luglio 2007 in un'altra tranche di questa vicenda, Emilio Francesco Falco, già Presidente del Consorzio Coop Casa Lazio, fu condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Con lui fu condannata anche la figlia Eleonora a due anni e dieci mesi. Il 14 ottobre del 2004 i due furono rinviati a giudizio dal gup Renato Croce, che il 29 novembre successivo condannò con rito abbreviato, a tre anni e quattro mesi di reclusione Salvatore Di Giorgio, funzionario del ministero delle attività produttive, e a tre anni l'intermediario Franco Danna, anche loro coinvolti in questa stessa vicenda.Nell'inchiesta oggi chiusa sono coinvolti, tra gli altri Falco, le figlie Eleonora ed Emiliana, Danna e Di Giorgio. Secondo l'accusa, gli imputati, dopo essersi assicurati il controllo delle coop aderenti al "Consorzio Regionale Cooperative di abitazione Coop Casa Lazio", lo avrebbero gestito in contrasto con quanto previsto dalla legge e dagli interessi degli stessi soci, preoccupandosi solo di massimizzare i profitti illeciti in loro vantaggio. Quindi con una opaca gestione della contabilità delle società del gruppo, prelevavano ingenti somme di denaro destinandole al profitto esclusivo di Falco, dei suoi familiari e degli altri associati. Il tutto, secondo l'accusa, sarebbe stato celato anche con reiterati finanziamenti che dovevano nascondere la situazione di grave dissesto finanziario e ad impedire il definitivo tracollo del sistema gestito da Falco che invece avviene nel luglio del 2004 quando arriva la dichiarazione di insolvenza del Consorzio
Fonte: La Repubblica
(14 dicembre 2009)




15.12.09
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Avviso della conclusione delle indagini preliminari per il procedimento penale n. 22510/03 a carico di Falco + 27 depositato il 27.6.2007
L'assessore Fabrizio Santori interroga il Sindaco di Roma sulla situazione degli alloggi del consorzio ex Coop Casa Lazio
1 commenti -> inserisci un commento:
Spero che gli diano il massimo della pena a quel truffatore. A lui e a tutto il resto della banda. Ladri!!!
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